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Buon 25 aprile

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26/04/2017 23:07

Re:
Joe81M, 26/04/2017 17.47:

Le motivazioni che stanno dietro alle violenze accadute nell’immediato dopoguerra sono infatti diverse: in primo luogo, vi era l’intenzione di fare giustizia contro i soprusi effettuati dai fascisti; in secondo, vi era l’idea da parte di alcuni partigiani comunisti di condurre una lotta di classe contro «padroni e sfruttatori»; ed infine, vi è anche l’inserimento di criminali comuni che approfittarono del clima di confusione per effettuare rapine o regolare i propri conti personali.È difficile calcolare il numero delle persone che persero la vita in questa cruenta «epurazione» e la stima dei calcoli, come è stato notato dagli storici, varia a seconda degli autori, essendo le cifre spesso state gonfiate o ridotte in base agli scopi politici: dall’estremo di 300.000 vittime denunciate dai fascisti, fa da contraltare la dichiarazione fatta da Mario Scelba alla Camera nel 1952, in cui sosteneva che le persone che perdettero la vita dopo il 25 aprile furono 1.732. In un colloquio con l’ambasciatore dell’Unione Sovietica, Mikhail Kostylev, Togliatti aveva sostenuto che i fascisti uccisi durante l’epurazione furono 50.000. Grazie all’affievolirsi del dibattito politico, si è riusciti ad arrivare ad una stima più conforme alla verità, e gli studi effettuati dall’Istituto milanese per la storia della Repubblica Sociale Italiana hanno raccolto i nominativi di 19.801 persone uccise. Le violenze partigiane non colpirono solamente chi si era compromesso col fascismo, ma in alcuni casi toccarono anche antifascisti e altri partigiani. Episodio poco ricordato dalla storiografia con l’eccezione del massacro di Porzus. Alcuni gruppi comunisti concepivano infatti la lotta armata come un mezzo per cercare di eliminare gli eventuali oppositori di una prossima rivoluzione. Non sarebbe corretto, tuttavia, presentare queste uccisioni come una strategia ordinata dal Partito Comunista Italiano: sebbene sia lecito dubitare della democraticità dei principali dirigenti del Partito Comunista Italiano, strettamente legati all’Unione Sovietica, il Partito Comunista Italiano aveva (almeno per il momento) scartato l’ipotesi «rivoluzionaria» per seguire la via «legalitaria»; e lo stesso Togliatti interverrà per fermare gli episodi di partigianeria violenta cosciente che potevano essere controproducenti (si veda, ad esempio, il suo discorso Ceti medi ed Emilia rossa). Nondimeno, sarebbe tuttavia ugualmente errato presentare questi episodi come semplice azione di gruppi di sbandati dato che questi poterono contare in alcuni casi sull’omertà o la copertura di figure interne agli apparati provinciali comunisti. Gli autori di questi omicidi vennero inoltre sovente protetti dal Partito, che arrivò anche ad aiutarli a fuggire nei Paesi dell’Est Europa.
Una categoria dell’epurazione che ha suscitato particolare interesse è stata quella dei sacerdoti. Si calcola infatti che decine di preti furono uccisi durante o dopo il conflitto da partigiani o presunti tali. Le motivazioni che stanno dietro a queste uccisioni sono varie: vi è chi finì assassinato per la sua collaborazione col fascismo (o solo perché sospettato di essere un collaborazionista), chi per rapina o per essersi opposto agli abusi della guerra partigiana. Non mancò inoltre, in taluni omicidi, l’odio anticlericale: Don Luigi Bordet, parroco di Hône, paese della Valle d’Aosta, venne ucciso il 5 marzo 1946 dopo che in una predica ebbe a dichiarare che non si poteva essere cattolici e comunisti, Don Giuseppe Lenzini fu anch’esso ucciso, il 21 luglio 1945, per le sue prediche (sembra accertato che i suoi assassini lo percossero per costringerlo a farlo bestemmiare); mentre il seminarista Rolando Rivi venne assassinato il 13 aprile 1945 per via, come dichiarato dal pubblico ministero nel processo contro i responsabili dell’omicidio, della sua «manifesta intenzione di darsi al sacerdozio».
La narrazione di questi fatti ha talvolta causato accese polemiche, in quanto sovente è piovuta l’accusa o il timore di voler demonizzare il movimento resistenziale. In realtà, se è importante e doveroso ricordare che tanti partigiani che combatterono durante la Seconda Guerra Mondiale per ottenere la libertà e la democrazia, è anche importante ricordare una verità semplice che questi episodi hanno messo in risalto: un democratico deve per forza essere un antifascista, ma un antifascista (come illustrano bene anche i casi di Stalin o del Maresciallo Tito) non è necessariamente un democratico.

Quindi non chiamateli eroi. Ecco l'elenco delle Ausiliarie S.A.F. (donne e ragazze) uccise dai partigiani dopo che si erano arrese:

Amodio Rosa: 23 anni, assassinata nel luglio del 1947, mentre in bicicletta andava da Savona a Vado.
Antonucci Velia: due volte prelevata, due volte rilasciata a Vercelli, poi fucilata.
Audisio Margherita: Fucilata a Nichelino il 26 aprile 1945.
Baldi Irma: Assassinata a Schio il 7 luglio 1945.
Batacchi Marcella e Spitz Jolanda: 17 anni, di Firenze. Assegnate al Distretto militare di Cuneo altre 7 ausiliarie, il 30 aprile 1945, con tutto il Distretto di Cuneo, pochi ufficiali, 20 soldati e 9 ausiliarie, si mettono in movimento per raggiungere il Nord, secondo gli ordini ricevuti. La colonna è però costretta ad arrendersi nel Biellese ai partigiani del comunista Moranino (poi deputato).
Interrogate, sette ausiliarie, ascoltando il suggerimento dei propri ufficiali, dichiarano di essere prostitute che hanno lasciato la casa di tolleranza di Cuneo per seguire i soldati. Ma Marcella e Jolanda non accettano e si dichiarano con fierezza ausiliarie della RSI. I partigiani tentano allora di violentarle, ma le due ragazze resistono con le unghie e con i denti. Costrette con la forza più brutale, vengono violentate numerose volte. In fin di vita chiedono un prete. Il prete viene chiamato ma gli è impedito di avvicinare le ragazze. Prima di cadere sotto il plotone di esecuzione, sfigurate dalle botte di quelle belve indegne di chiamarsi partigiani, mormorano: “Mamma” e “Gesù”. Quando furono esumate, presentavano il volto tumefatto e sfigurato, ma il corpo bianco e intatto. Erano state sepolte nella stessa fossa, l’una sopra l’altra. Era il 3 maggio 1945.
Bergonzi Irene: Assassinata a Milano il 29 aprile 1945.
Biamonti Angela: Assassinata il 15 maggio 1945 a Zinola (SV) assieme ai genitori e alla domestica.
Bianchi Annamaria: Assassinata a Pizzo di Cernobbio (CO) il 4 luglio 1945.
Bonatti Silvana: Assassinata a Genova il 29 aprile 1945.
Brazzoli Vincenza: Assassinata a Milano il 28 aprile 1945.
Bressanini Orsola: Madre di una giovane fascista caduta durante la guerra civile, assassinata a Milano il 10 maggio 1945.
Buzzoni Adele, Buzzoni Maria, Mutti Luigia, Nassari Dosolina, Ottarana Rosetta: Facevano parte di un gruppo di otto ausiliarie, (di cui una sconosciuta), catturate all’interno dell’ospedale di Piacenza assieme a sei soldati di sanità. I prigionieri, trasportati a Casalpusterlengo, furono messi contro il muro dell’ospedale per essere fucilati. Adele Buzzoni supplicò che salvassero la sorella Maria, unico sostegno per la madre cieca. Un partigiano afferrò per un braccio la ragazza e la spostò dal gruppo. Ma, partita la scarica, Maria Buzzoni, vedendo cadere la sorella, lanciò un urlo terribile, in seguito al quale venne falciata dal mitra di un partigiano. Si salvarono, grazie all’intervento di un sacerdote, le ausiliarie Anita Romano (che sanguinante si levò come un fantasma dal mucchio di cadaveri) nonché le sorelle Ida e Bianca Poggioli, che le raffiche non erano riuscite ad uccidere.
Carlino Antonietta: Assassinata il 7 maggio 1945 all’ospedale di Cuneo, dove assisteva la sua caposquadra Raffaella Chiodi.
Castaldi Natalina:Assassinata a Cuneo il 9 maggio 1945.
Chandrè Rina, Giraldi Itala, Rocchetti Lucia: Aggregate al secondo RAU (Raggruppamento Allievi Ufficiali) furono catturate il 27 aprile 1945 a Cigliano, sull’autostrada Torino – Milano, dopo un combattimento durato 14 ore. Il reparto si era arreso dopo aver avuto la garanzia del rispetto delle regole sulla prigionia di guerra e dell’onore delle armi. Trasportate con i loro camerati al Santuario di Graglia, furono trucidate il 2 maggio 1945 assieme ad oltre 30 allievi ufficiali con il loro comandante, maggiore Galamini, e le mogli di due di essi. La madre di Itala ne disseppellì i corpi.
Chiettini (si ignora il nome): Una delle tre ausiliarie trucidate nel massacro delle carceri di Schio il 6/7 luglio 1945.
Collaini Bruna, Forlani Barbara: Assassinate a Rosacco (Pavia) il 5 maggio 1945.
Conti – Magnaldi Adelina: Madre di tre bambini, assassinata a Cuneo il 4 maggio 1945.
Crivelli Jolanda: Vedova ventenne di un ufficiale del Battaglione “M” costretta a denudarsi e fucilata a Cesena, sulla piazza principale, dopo essere stata legata ad un albero, ove il cadavere rimase esposto per due giorni e due notti.
De Simone Antonietta: Romana, studentessa del quarto anni di Medicina, fucilata a Vittorio Veneto in data imprecisata dopo il 25 aprile 1945.
Degani Gina: Assassinata a Milano in data imprecisata dopo il 25 aprile 1945.
Ferrari Flavia: 19 anni, assassinata l’ 1 maggio 1945 a Milano.
Fragiacomo Lidia, Giolo Laura: Fucilate a Nichelino (TO) il 30 aprile 1945 assieme ad altre cinque ausiliarie non identificate, dopo una gara di emulazione nel tentativo di salvare la loro comandante.
Gastaldi Natalia: Assassinata a Cuneo il 3 maggio 1945.
Genesi Jole, Rovilda Lidia: Torturate all’hotel San Carlo di Arona (Novara) e assassinate il 4 maggio 1945. In servizio presso la GNR di Novara. Catturate alla Stazione Centrale di Milano, ai primi di maggio, le due ausiliarie si erano rifiutate di rivelare dove si fosse nascosta la loro comandante provinciale.
Greco Eva: Assassinata a Modena assieme a suo padre nel maggio del 1945.
Grill Marilena: 16 anni, assassinata a Torino la notte del 2 maggio 1945.
Landini Lina: Assassinata a Genova l’1 maggio 1945.
Lavise Blandina: Una delle tre ausiliarie trucidate nel massacro delle carceri di Schio il 6/7 luglio 1945.
Locarno Giulia: Assassinata a Porina (Vicenza) il 27 aprile 1945.
Luppi – Romano Lea: Catturata a Trieste dai partigiani comunisti, consegnata ai titini, portata a Lubiana, morta in carcere dopo lunghe sofferenze il 30 ottobre 1947.
Minardi Luciana: 16 anni di Imola. Assegnata al battaglione “Colleoni” della Divisione “San Marco” attestati sul Senio, come addetta al telefono da campo e al cifrario, riceve l’ordine di indossare vestiti borghesi e di mettersi in salvo, tornando dai genitori. Fermata dagli inglesi, si disfa, non vista, del gagliardetto gettandolo nel Po. La rilasciano dopo un breve interrogatorio. Raggiunge così i genitori, sfollati a Cologna Veneta (VR). A metà maggio, arriva un gruppo di partigiani comunisti. Informati, non si sa da chi, che quella ragazzina era stata una ausiliaria della RSI, la prelevano, la portano sull’argine del torrente Guà e, dopo una serie di violenze sessuali, la massacrano. “Adesso chiama la mamma, porca fascista!” le grida un partigiano mentre la uccide con una raffica.
Monteverde Licia: Assassinata a Torino il 6 maggio 1945.
Morara Marta: Assassinata a Bologna il 25 maggio 1945.
Morichetti Anna Paola: Assassinata a Milano il 27 aprile 1945.
Olivieri Luciana: Assassinata a Cuneo il 9 maggio 1945.
Ramella Maria: Assassinata a Cuneo il 5 maggio 1945.
Ravioli Ernesta: 19 anni, assassinata a Torino in data imprecisata dopo il 25 aprile 1945.
Recalcati Giuseppina, Recalcati Mariuccia, Recalcati Rina:  Madre e figlie assassinate a Milano il 27 aprile 1945.
Rigo Felicita: Assassinata a Riva di Vercelli il 4 maggio 1945.
Sesso Triestina: Gettata viva nella foiba di Tonezza, presso Vicenza.
Silvestri Ida: Assassinata a Torino l’1 maggio 1945, poi gettata nel Po.
Speranzon Armida: Massacrata, assieme a centinaia di fascisti nella Cartiera Burgo di Mignagola dai partigiani di “Falco”. I resti delle vittime furono gettati nel fiume Sile.
Tam Angela Maria: Terziaria francescana, assassinata il 6 maggio 1945 a Buglio in Monte (Sondrio) dopo aver subito violenza carnale.
Tescari -Ladini Letizia: Gettata viva nella foiba di Tonezza, presso Vicenza.
Ugazio Cornelia, Ugazio Mirella: Assassinate a Galliate (Novara) il 28 aprile 1945 assieme al padre.
Tra le vittime del massacro compiuto dai partigiani comunisti nelle carceri di Schio (54 assassinati nella notte tra il 6 ed il 7 luglio 1945) c’erano anche 19 donne, tra cui le 3 ausiliarie (Irma Baldi, Chiettini e Blandina Lavise) richiamate nell’elenco precedente.
In via Giason del Maino, a Milano, tre franche tiratrici furono catturate e uccise il 26 aprile 1945. Sui tre cadaveri fu messo un cartello con la scritta “AUSILIARIE”. I corpi furono poi sepolti in una fossa comune a Musocco. Impossibile sapere se si trattasse veramente di tre ausiliarie.
Nell’archivio dell’obitorio di Torino, il giornalista e storico Giorgio Pisanò ha ritrovato i verbali d’autopsia di sei ausiliarie sepolte come “sconosciute”, ma indossanti la divisa del SAF.
Cinque ausiliarie non identificate furono assassinate a Nichelino (TO) il 30 aprile 1945 assieme a Lidia Fragiacomo e Laura Giolo.
Al cimitero di Musocco (Milano) sono sepolte 13 ausiliarie sconosciute nella fossa comune al Campo X.
Un numero imprecisato di ausiliarie della “Decima Mas” in servizio presso i Comandi di Pola, Fiume e Zara, riuscite a fuggire verso Trieste prima della caduta dei rispettivi presidi, furono catturate durante la fuga dai comunisti titini e massacrate.

PS: tutte date che tra l'altro vanno oltre il 25 aprile 1945. Un bell'ambientino quello partigiano, non c'è che dire!



beh adesso ci sarebbe da mettere la lista di tutti quelli che hanno ammazzato i fascisti, sono convinto che 10 pagine di forum non bastano.

Intendiamoci, mica dico che i partigiani hanno fatto bene, ma quelle sopra elencate sono tutte rivalse che sono successe in ogni dopo guerra, ti esponi quando il vento tira a tuo favore, quando il vento non tira più a tuo favore paghi dazio, tedeschi e fascisti negli ultimi 4 anni ne hanno fatte di tutti i colori, stupri,deportazioni, fucilazioni( x 1 50 della popolazione) senza poi parlare dei fascisti che se uno stava sui coglioni lo vendevano ai nazisti, senza poi parlare del capitolo fame, chi era protetto dai fascisti poteva fare il mercato nero, sono tutte cose che alla fine paghi.

In pratica, quando tu soffri e poi arriva il tuo momento della riscossa poi tiri fuori tutto, ripeto non è giusto ma è cosi.

Nel 2017 ci sono ancora tanti paesi in guerra ed è la stessa solfa, poiche l'essere umano è fatto cosi.

Ci sono i buoni e i cattivi.
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