29/1/2010 (7:17) - RETROSCENA
Zaccheroni è il traghettatore, Rafa Benitez arriva a giugno
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Inter-Juve, le pagelle bianconere
Incontro con i legali dello spagnolo: tempi troppo stretti. L'ex rossonero già all'allenamento del pomeriggio
MASSIMILIANO NEROZZI
MILANO
Dall’ultima notte horror, con i quarti di Coppa Italia appena tumulati a San Siro, uscirà finalmente il nuovo allenatore della Juve: via Ciro Ferrara, ufficialmente, perché di fatto era ormai esonerato da domenica scorsa, dentro Alberto Zaccheroni, che ieri sera era a Cesenatico a guardarsi la partita in tv e già oggi arriverà a Torino per l’allenamento del pomeriggio.
Uscendo dagli spogliatoi, il presidente Jean-Claude Blanc timbra sostanzialmente il licenziamento: «Abbiamo fallito uno degli obiettivi stagionali e c’è amarezza e rammarico. Conosciamo bene la situazione da tempo: domani (oggi per chi legger, ndr) saprete le nostre decisioni». Ciro lascia con cifre che lo rendono indifendibile, parola sua: in 31 partite sulla panchina bianconera, ha raccolto 15 vittorie, 5 pareggi e 11 sconfitte. Con passione e orgoglio, ma senza risultati e anche lui ha poco da dire: «Bastano 30 secondi per cambiare la storia, la punizione che ha portato all’1-1 è nata da un’azione in fuorigioco. Ma ormai è andata».
Dentro casa Juve c’era dibattito. E forse ci sarà ancora oggi, sull’altro candidato, Claudio Gentile: che a qualcuno sarebbe andato bene e a molti altri no. Ci sarà un consulto con la proprietà, poi l’annuncio: Zac favoritissimo. Soprattutto, si era tentennato per lo spiraglio lasciato aperto da Rafael Benitez. Lui era la vera ragione di questo infinito temporeggiare, nonostante la tempesta. Nel frattempo, bye bye anche alla Coppa Italia, che era uno dei due bersagli rimasti. Ieri a pochi chilometri dall’hotel Marriot di Milano, dov’era in ritiro la squadra bianconera, i rappresentanti della Juve hanno incontrato per ore i legali del tecnico spagnolo: non la novella Triade, facce troppo conosciute per andarsene in giro a trattare accordi in piena stagione, ma fidati professionisti.
Analizzate clausole e penali del contratto che lega il tecnico al Liverpool fino al 2014, qualche sentiero percorribile era stato trovato: si trattava solo di pesarne i costi e, soprattutto, la disponibilità del club inglese. La Juve voleva tentare il sensazionale ratto ad annata in corso, cioè adesso, ma da subito aveva fatto sapere di non voler fare alcuno sgarbo ai colleghi d’oltremanica. Fino a tarda sera, allora, il presidente Blanc s’è confrontato con i suoi consulenti, con il vice direttore generale Roberto Bettega e il direttore sportivo Alessio Secco. Per dare l’assalto a Benitez, però, restavano poco più di un paio di giorni: pochissimo, insomma, per una mediazione di queste proporzioni. Volendo tentare, il traghettatore verrà lasciato alla fonda per due notti ancora: improbabile, dopo le parole di ieri.
Guardando Inter-Juve di fianco alla pensione Ambrosiana di papà, da buon ammiratore di Helenio Herrera, Zac è ora pronto a prendere la squadra, con l’obiettivo di riportarla a quote da Champions League. Sapeva bene, comunque, che il club avrebbe fatto di tutto per prendersi Benitez. Rafa sarebbe venuto di corsa, non fosse così contrattualmente complicato. «Sono molto tentato dall’offerta», ha confidato ieri il tecnico agli amici. Non s’aspettava che la Juve avesse piani d’invasione di tale ambizione e di tale rapidità. Liverpool è ormai una dimora inospitale, per le sue capacità e ambizioni.
L’allenatore spagnolo è frustrato:
sa bene che a fine stagione i Reds non avranno quattrini sufficienti per puntellargli la squadra. Già quest’anno subito fuori dalla Champions e, di questi tempi, lontana di tredici punti dalla prima in classifica. Forse, il gran colpo può essere tentato: impacchettare uno dei migliori tecnici in circolazione, quasi all’improvviso. Benitez aveva la perplessità di dover pilotare un’auto in corsa, che per di più non ha progettato: ma non è che a Liverpool sia al volante di una fuoriserie. L’affarone si farà, ma quest’estate: quando sarà più semplice. È passata, insomma, l’ultima notte di Ciro, salutato dai tifosi nerazzurri con un grande striscione appeso alla curva: «Ferrara non si tocca. Non si spara sulla crocerossa». All’anima del fair play. Ora toccherà a Zac.
Fonte: La Stampa
Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.